Intraprendere un percorso volto al dimagrimento o all'educazione alimentare non è poi tanto difficile.
I pazienti che in questi casi necessitano di un supporto nutrizionale dello specialista, hanno spesso abitudini alimentari errate, la cui correzione porta, quasi sempre, il raggiungimento del risultato desiderato.
Il discorso cambia quando ci si interfaccia con gli sportivi, indipendentemente dalla disciplina e dal livello praticato.
In questi casi bisogna cercare di trovare il non sempre facile equilibrio di un protocollo alimentare che debba assicurare il giusto apporto di nutrienti in modo tale da ottimizzare la performance in allenamento ed eventualmente in gara, garantendo allo stesso tempo un'efficace ricomposizione corporea che deve sposarsi ad hoc con la disciplina sportiva praticata (che ricordiamo, può essere differente da uno sport all'altro).
La difficoltà però non è soltanto questa. Bisogna smuovere l'atleta dai suoi dogmi alimentari. Mi sono spesso imbattuto di fronte a storie di lunghi periodi di restrizioni alimentari, autoinflitti o peggio ancora suggeriti da terzi.
Calorie centellinate, 0 carboidrati, no olio, no frutta, poche verdure, intere settimane a sole proteine, uso smodato di integratori.
Tentare di far modificare queste abitudini può risultare però un'impresa molto ardua. E il counseling alle volte risulta inefficace. Difficile convincere una persona che i risultati raggiunti con un vero e proprio stillicidio nutrizionale sarebbero stati ottenuti ed implementati con pratiche decisamente più razionali.
L’atleta teme che l'introduzione di quegli alimenti precedentemente demonizzati possano soltanto portare ad un calo della performance e ad un peggioramento della condizione estetica, raggiunta con tanti sacrifici.
Il cambio di rotta è un processo lungo, l’organismo che è abituato anche a “funzionare” in condizioni di emergenza, deve riprendere a lavorare con il giusto carburante, che per cattive concezioni e timori, non ha ricevuto per periodi più o meno lunghi. Tale ripresa richiede però del tempo, un fattore chiave, che molti non hanno, con la pretesa di ottenere il più delle volte una svolta quasi istantanea, pretesa che si tramuterà soltanto in un buco nell’acqua.
Marco in foto, si è dato del tempo.
Copyright @2022 Questione di Metodo. Designed By Michele Magurno